Estendere la copertura cellulare anche dove non c’è campo
Un’antenna esterna e una interna tra le quali c’è infrapposto un amplificatore a due vie, ricezione e trasmissione. L’antenna esterna si incarica di catturare il segnale proveniente dalla stazione base (l’antenna del gestore telefonico, per intenderci) e rilanciare verso di essa quello generato dai telefoni locali; l’antenna interna diffonde il campo all’interno dei locali, garantendo così la copertura cellulare.
BANDE
I vari gestori per il 4G utilizzano le frequenze 800 Mhz, 1800 Mhz, 2100 Mhz e 2600 Mhz; ovviamente non è detto che tutte le frequenze siano attive su tutte le BTS per cui se il gestore della SIM in quella zona non ha i 2100 Mhz attivi il Kit non aiuterebbe.
La frequenza 900 Mhz è utilizzata per il 2G e per il 3G ( Vodafone ha disattivato il 3G in tutta Italia lo scorso anno e TIM lo sta dismettendo).
Il 5G in Italia
Gli operatori useranno le varie bande in base allo scopo. In luoghi dove la densità di persone è più elevata (come negli stadi o nei centri commerciali) un segnale trasmesso a 26 GHz è ottimo. Diversamente, la banda 700 sarà fondamentale per il 5G “popolare”, ossia quello che connetterà gli smartphone nelle varie parti delle città e negli ambienti interni.
700 MHz: due blocchi da 10 MHz a Iliad, TIM e Vodafone
3,7 GHz: 20 MHz a Iliad e WindTre; 80 MHz a TIM e Vodafone
26 GHz: 200 MHz a Fastweb, Iliad, TIM, Vodafone e WindTre
Limiti elettromagnetici più alti per abbassare i costi delle compagnie telefoniche.
Diverse ricerche dimostrano che indipendentemente dalla banda di frequenza, i danni al nostro corpo sono stati registrati dalle emissioni elettromagnetiche che vengono misurate in Volt / metro. I limiti attualmente fissati in Italia a 6 V/m , verranno innalzati presto per poter permettere di installare antenne molto più potenti per avere una copertura capillare con il 5G. Si tratterebbe di un avvicinamento dei limiti italiani a quelli consigliati dall’Europa (61 V/m). Peccato che il modo in cui venga fatta la misurazione è già stato modificato nel 2001 dalla Legge, n. 36. Da quel momento non viene più calcolato il valore di picco come era inizialmente ma il valore medio nelle 24 ore (ore notturne incluse). Per cui anche un valore (medio) di 20V/m sarebbe già in linea con quello (di picco) europeo di 61V/m