Network Attached Storage (NAS), consente agli utenti di accedere e condividere una memoria di massa, costituita da uno o più dischi rigidi, all’interno della propria rete o dall’esterno
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RAID
Scopi del RAID sono: aumentare le performance, rendere il sistema resiliente alla perdita di uno o più dischi e poterli rimpiazzare senza interrompere il servizio. Il RAID sfrutta, con modalità differenti a seconda del tipo di realizzazione, i principi di ridondanza dei dati e di parallelismo nel loro accesso per garantire, rispetto ad un disco singolo, incrementi di prestazioni, aumenti nella capacità di memorizzazione disponibile, miglioramenti nella tolleranza ai guasti e quindi maggiore affidabilità.[1] Le modalità più diffuse sono RAID 0, 1, 5 e 10. La 3 e la 4 sono state praticamente soppiantate dalla 5.
RAID 1 vs RAID 0: quale scegliere
La configurazione RAID 0 in genere offre migliori prestazioni, in quanto i dati vengono distribuiti su 4 unità.
In questo modo si riesce a ottenere una lunghezza di banda che può essere 4 volte superiore rispetto al funzionamento di un’unità singola
Il RAID 1 di mirroring è, invece, utilissimo per replicare i dati su due o più unità in modo da avere una maggiore ridondanza.
Come si può intuire, per realizzare questo sistema servono almeno due dischi, in modo che i dati vengano scritti al contempo su entrambi.
Hybrid cloud backup
A fronte di eventi quali CryptoLocker, la rottura del NAS, un incendio in ufficio o un furto, cosa succede se perdi i backup che erano nella tua rete o se essi non sono più accessibili?
La scelta migliore non è la protezione solo in LAN o solo in cloud, ma una soluzione ibrida che permetta di salvare dati e applicazioni contemporaneamente sia in locale sia in cloud e di ripartire istantaneamente perdendo la minor quantità possibile di informazioni.